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Le infiorescenze di cannabis sono tutte uguali?

Le infiorescenze di cannabis sono tutte uguali?

Uno studio recente ha rilevato che non c’è alcuna differenza nel contenuto di THC e CBD nella maggior parte di infiorescenze analizzate. Ma è proprio così anche per la Cannabis Legale?

15 Ott 2018

Uno studio pubblicato su Nature e spiegato più sinteticamente su Motherboard di Vice ha voluto dimostrare che in un campione di 33 diverse varietà di Cannabis, acquistate in 5 negozi diversi in Canada, le quantità di THC e CBD si equivalgono sostanzialmente in 24 di queste varietà.

Secondo Vice questo sarebbe un’ulteriore evidenza che la Cannabis in commercio è tutta uguale (lo aveva iniziato a sostenere in questo post) e che i vari nomi commerciali utilizzati dai produttori, nonché gli effetti diversi pubblicizzati per ciascuna varietà, sono sostanzialmente bullshit (stronzate).

Ma è davvero così?

Va detto anzitutto che si sta parlando della Cannabis in commercio in Canada, che può essere commercializzata con livelli di THC ben superiori a quanto previsto ad esempio in Italia nel nuovo mercato della Canapa Light.
A titolo di esempio basti pensare che alcune infiorescenze (strain) vendute in Canada hanno percentuali di THC che superano abbondantemente il  20%, mentre in Italia nessuna delle infiorescenze commercializzate supera lo 0,2% di THC (quindi sostanzialmente alcune varietà vendute in Canada hanno percentuali di THC 100 volte maggiori di quelle permesse in Italia).

La premessa è importante non solo per evidenziare le differenze nella normativa ma anche per affermare un principio molto banale:

se in varie infiorescenze di Cannabis le quantità di THC e CBD tendono ad equivalersi è molto probabile che tutte producano gli stessi effetti.

Probabile ma non scontato

La stessa ricerca infatti evidenzia come le differenze più significative tra le varietà analizzate – almeno in termini chemiometrici – si registrino nella presenza di altri cannabinoidi e componenti chimici (fino a 12) non minimanente menzionati nelle descrizioni delle infiorescenze che continuano ad essere focalizzate invece sulle percentuali di THC e CBD.

Secondo questo studio dunque, la varietà di effetti delle varie infiorescenze analizzate potrebbe essere riconducibile al mix di questi altri componenti chimici più che alle percentuali di THC e CBD.

Peccato però che l’industria della Cannabis non fornisca alcuna informazione sulle quantità di questi altri cannabinoidi nelle varie infiorescenze restituendo l’idea di un settore ancora poco maturo e poco regolamentato rispetto ad altri, come l’alimentare.

Se di quello che mangiamo tendiamo a sapere sempre di più – con le dovute differenze tra le varie nazioni e le varie categorie merceologiche ovviamente – su cosa contiene, da dove viene e come viene fatto, quasi nulla sappiamo sulla Cannabis in commercio nei vari paesi dove questo è stato legalizzato nelle forme più diverse.

E la Cannabis Legale venduta in Italia?

Bisogna anzitutto premettere che l’attuale normativa in Italia non permette di commercializzare infiorescenze di canapa per uso alimentare o per combustione (per fumarla insomma). E questo rende ovviamente ancora più difficile qualsiasi discusssione sugli “effetti” diversamente da quanto avviene ad esempio nell’articolo di Vice. Nondimeno la cannabis legale venduta in Italia è quasi priva di THC, il principio attivo psicotropo associato agli effetti della classica Marijuana e che caraterizza ancora questa varietà di cannabis come una sostanza stupefacente in Italia.

Nonostante tutto però è possibile fare alcune riflessioni.

Le infiorescenze di cannabis legale vendute in italia non sono tutte uguali

  • Le infiorescenze di Cannabis Legale acquistabili in Italia presentano quantità di CBD molto differenti fra di loro. Dal 5% a più del 20%
  • Sono coltivate con metodi differenti (Outdoor/Indoor e altre tecniche) che influiscono molto sull’aspetto e sul profumo delle infiorescenze;
  • Sono curate e confezionate con processi diversi che comprendono, ad esempio, una varietà di metodi di raccolto, di essicazione e di eliminazione delle foglie e dei rami (manuale o con l’utilizzo di macchinari);
  • Sono messe in commercio, quasi sempre, con una chiara indicazione del paese di importazione o produzione, permettendo di tracciare un’ulteriore differenza con riferimento alle tecniche di produzione caratteristiche di ogni nazione (Svizzera, Olanda, Italia);

Conclusioni

Non è possibile comparare il mercato della cannabis legale in Italia con quello di altri paesi che hanno avviato, o stanno per avviare, dei processi di legalizzazione del commercio o dell’uso a scopo ricreativo.

È auspicabile però che si sviluppi una maggiore trasparenza sulla composizione chimica di ciascuna infiorescenza (alcuni produttori non indicano nemmeno la percentuale di CBD contenuta) e che gli acquirenti possano avere elementi in più per decidere cosa acquistare, magari includendo informazioni sulla presenza degli altri cannabinoidi individuati nella ricerca quì menzionata e, preferibilmente, anche su sostanze chimiche e antiparassitari utilizzati nella coltivazione.

Sappiamo tutto (o quasi) su un etto di prosciutto, su un chilo di arance, su una mozzarella, sui tortellini confezionati, ma molto poco su una bella cima profumata di Cannabis Legale.